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Il Ph della pelle

Il pH della pelle si attesta a valori fisiologici leggermente acidi, normalmente compresi tra 4.2 e 5.6, con punte fino alla neutralità. L’ampiezza di questo intervallo è spiegabile sulla base dei moltissimi fattori capaci di influenzare il pH cutaneo.

Il pH cutaneo varia ad esempio sulla base della regione corporea considerata e dipende da una serie di fattori sia di natura endogena che di natura esogena.

E’ fortemente influenzato da una serie di fattori endogeni che danno origine a una certa variabilità fra un individuo e l’altro, ad esempio:

  • L’acidità della pelle è legata alla presenza del film idrolipidico e dai tanti processi biochimici che avvengono nell’epidermide. L’idrolisi dei lipidi cutanei ad acidi grassi liberi, rappresenta senza dubbio il principale fenomeno responsabile dell’acidità cutanea.
  • Alla regolazione del pH cutaneo partecipa anche il cosiddetto mantello idrico, dato dal sudore, dalle sostanze in esso disciolte e dalla perdita di acqua.
  • Altri fattori endogeni in grado di influenzare il pH della pelle sono rappresentati dal sesso e dalla produzione sebacea di ciascun individuo: nell’uomo la secrezione sebacea è maggiore rispetto alla donna e ciò spiega, almeno in parte, il motivo per cui la cute maschile fa registrare valori di pH generalmente inferiori rispetto a quella femminile, risultando quindi più acida. Tuttavia, va precisato che il pH della pelle femminile può variare anche in funzione della fase del ciclo mestruale in cui la donna si trova.
  • Il pH di un individuo varia anche in funzione della flora batterica residente e a seconda dell’area corporea che si prende in considerazione.

Il pH della pelle non dipende solo da fattori interni all’individuo, ma risente anche di svariati fattori esterni. Fra questi, ricordiamo:

  • Condizioni climatiche esterne (il pH, infatti, può variare in funzione della stagione in cui ci si trova);
  • Inquinamento atmosferico;
  • Alimentazione;
  • Applicazione di farmaci per uso topico;
  • Tipo di abbigliamento utilizzato (l’uso di abiti troppo aderenti e/o non traspiranti potrebbe, infatti, causare alterazioni del pH cutaneo);
  • Presenza di eventuali patologie;
  • Cosmetici e detergenti impiegati.

Il pH della pelle contribuisce alla difesa nei confronti di microrganismi ostili alla salute cutanea, senza però disturbare la microflora residente. Un aumento del pH cutaneo può quindi favorire, specie in quelle regioni corporee caratterizzate da macerazione o pseudo-anaerobiosi, lo sviluppo di infezioni micotiche e/o batteriche.
Un pH della pelle leggermente acido favorisce anche l’attività di enzimi cutanei preposti al rinnovamento ed al mantenimento di alcune componenti cutanee, così come garantisce la sopravvivenza della microflora cutanea che svolge diverse ed utili funzioni per l’organismo.
Riassumendo, il mantenimento del pH cutaneo riveste un ruolo di fondamentale importanza per la funzione barriera esercitata dalla stessa pelle.